LE SCELTE DI SGARBI 99 Artisti dai cataloghi d’Arte moderna e dintorni G.Mondadori editore
Le ricerche informali di Eliana Re sono pagine autobiografiche che tendono a indagare in una dimensione spirituale, e che si svolgono secondo i ritmi di un monologo interiore, analogo nel suo strutturarsi a ciò che, in letteratura, viene chiamato flusso di coscienza. Assemblando spessori cromatici intensi e pastosi, l’autrice realizza queste belle sperimentazioni che rinnovano una sorta di autoritratto informale e inquieto, specchio forse delle sue stesse pulsioni. Questi lavori di assoluta evidenza narrativa sono nel loro insieme otticamente risolutivi, raffigurando una possibile conciliazione dei perturbamenti che li sottendono. Re sa mettere in luce una pagina di scrittura visuale di grande dinamismo, tutta giocata sulle chiazze esplosive di un colore disteso con vigoria controllata. Coniugando la sua ispirazione poetica nel soliloquio, Eliana Re rinnova ogni volta un repertorio visivo fervido e caldo, creando consequenzialità cicliche senza mai cadere nello scontato o nella ripetitività. Ogni sua opera apre e conclude un percorso di variazioni sonore, dove il colore traccia modulazioni ampie e sinfoniche, mettendo a frutto una cultura pittorica certamente profonda, che ripropone la questione del rapporto della scrittura informale con lo spazio. Non sceglie tuttavia di aderire ad automatismi psichici, per ricercare piuttosto l’ottenimento di un’alta qualità artigianale, perché è certo che la buona pittura dovrebbe sempre attenersi alle regole fondanti della costruzione e a un abile esercizio della manualità. In questo caso si tratta soprattutto dell’attenzione per l’impasto, della calcolata valutazione dei toni e dei controtoni, e della calibratura del gesto nella composizione dell’insieme. Tuttavia nel fervore lirico della sua operatività, l’autrice non ha affatto cancellato l’immagine riconoscibile: certi spunti tematici alludono a situazioni o a paesaggi interiorizzati, delineando figure che esplicitano la loro potenzialità vitale in un caos magmatico, quasi fossero pronte a riemergere come vere e proprie presenze attive e testimoniali della realtà. La sintesi visiva di Eliana Re si appoggia quindi su argomentazioni meditate, sull’impegno fattivo di chi utilizza i propri mezzi espressivi per svelare il lato più nascosto e oscuro dell’esistere, non rifugiandosi mai in risposte consolatorie, ma suscitando piuttosto avvertimenti inquieti. La cancellazione dell’immagine acquisisce enfasi e significato solo nel momento in cui l’amalgama del fondo si coniuga in un colorismo espressionistico, dove la visione soggettiva si esalta nell’effusione di una passionalità tradotta in gesto pittorico. Sono opere che mettono in luce gli aspetti più tattili della materia, e che percorrono lo spazio secondo geometrie immaginose piuttosto insolite, in quanto possono suscitare gli effetti ottici e le illusioni prospettiche di un paesaggio onirico. La luce e la pianificazione del colore formano movimenti e pause che suggeriscono un’elaborazione e una organizzazione continuamente ripensata delle masse cromatiche. È dunque possibile rintracciare un’intenzione utopica nell’integrità di un’azione creativa che appare fondata sulla volontà di razionalizzare l’inafferrabilità del vivere. In ogni sua opera l’artista sembra voler ripetere il gesto creativo primario della separazione fra la luce e l’ombra, fra la fluidità e la saldezza, per ridare stabilità al movimento caotico della materia indifferenziata. La sua pagina pittorica non risponde quindi a una domanda di chiarificazione, ma piuttosto ripropone i quesiti primari che nessuna filosofia ha mai saputo risolvere.